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Gli Uffici Territoriali dello Stato: ancora un tentativo di riforma dell’amministrazione periferica statale

ufficiperiferici Le forme con cui lo Stato organizza le proprie strutture amministrative sul suo territorio, e i poteri che conferisce agli uffici che lo rappresentano, costituiscono un punto di incrocio tra ambiti scientifici differenti, in primis il diritto costituzionale e amministrativo, la scienza dell’organizzazione e la storia dell’amministrazione.
Nei ristretti ambiti spaziali affidati a questo lavoro, ci si prefigge di tracciare le linee fondamentali dello sviluppo della rete periferica dell’amministrazione statale, a partire dalle sue origini a seguito dell’unificazione, sino ai più recenti tentativi di riforma degli assetti esistenti.
Dal racconto diacronico di come gli uffici dello Stato hanno capillarmente occupato ogni spazio trovato sgombro da sfere di poteri di diversa appartenenza, e dal raffronto con l’analoga evoluzione delle altre componenti soggettive del mondo amministrativo pubblico, sarà agevole constatare il rincorrersi di problemi, temi, soluzioni, proposte, che colpiscono, spesso, per la loro somiglianza anche a distanza di secoli gli uni dagli altri, ma che invariabilmente si ripropongono nel corso degli anni sempre più onusti di complessità, di rigidità, di resistenze al cambiamento.
Un ruolo chiave nel far affiorare le potenzialità, e, ad un tempo, le criticità dei tentativi di (ri)organizzazione degli uffici statali più prossimi ai cittadini, è quello affidato, sin dagli esordi della storia italiana unitaria, al prefetto, nella sua costante opera di collegamento/mediazione tra centro e periferia.

Su questa figura istituzionale, e sulla struttura amministrativa che lo coadiuva, la prefettura, sono state riposte – con alterne ampiezza di respiro riformatore ed effettività di risultati – le speranze di ricondurre a uniformità, organicità, coerenza, l’azione amministrativa delle strutture statali decentrate nel territorio provinciale, nonché gli esperimenti di sparigliare la morfologia verticistica, che sin da subito, ha assunto l’articolazione periferica statale, addivenendo a modelli organizzativi di tipo orizzontale, trasversale.

I profondi mutamenti della società, accompagnati dalla trasformazione in senso spiccatamente autonomistico, se non federale, dell’amministrazione italiana di fine novecento, hanno determinato oggi l’urgenza di porre mano ad una razionalizzazione degli enti pubblici in generale e dello Stato, sia al centro sia in periferia, sino al punto di mettere in discussione due dei tradizionali gangli organizzativi che hanno caratterizzato l’intero corso della storia amministrativa di questo Paese: le province e la circoscrizione provinciale di competenza degli uffici periferici statali per antonomasia, le prefetture.
In conclusione d’opera, si vedrà come l’attuale Governo intende affrontare il nodo della riforma della pubblica amministrazione, a partire da un nuovo (ma non sconosciuto) soggetto in campo: l’Ufficio Territoriale dello Stato.

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